mercoledì 7 gennaio 2015

Cos'è l'allevamento a mano

 In cosa consiste l'allevamento a mano? Quali sono le contraddizioni che si trovano su questo argomento sia sui libri che sul web? Quali sono le diverse posizioni etiche al riguardo?
In questo capitolo affronterò questa tematica, e in fondo vi parlerò della scelta che ho fatto io.


  • L'allevamento a mano è una pratica che consiste nel prelevare i pulli, cioè i "pulcini", dei pappagalli dal nido, alloggiarli in speciali camere calde e nutrirli con pappe studiate apposta: i piccoli vengono così svezzati non dai genitori naturali ma dall'uomo.  
  • Perché si ricorre all'allevamento a mano? 
Le ragioni principali sono due. La prima è una motivazione di "soccorso": può succedere ad esempio che uno o più pulli siano in pericolo di vita perché i genitori naturali se ne disinteressano e non lo/li nutrono. In questo caso si interviene cercando di salvare la situazione con l'allevamento a mano.

Prima di introdurre la seconda ragione è necessario spiegare un fenomeno chiamato imprinting, scoperto e descritto in vari tipi di uccelli dall'etologo austriaco Konrad Lorenz. 
L'imprinting è il processo attraverso cui il pullo impara a riconoscere quali sono i suoi genitori e a quale specie appartiene. Questo "senso dell'appartenenza ad una specie"nei pappagalli non è innato, e si sviluppa nelle prime settimane di vita con l'imprinting genitoriale.

Tornando alla seconda ragione per cui una persona potrebbe voler ricorrere all'allevamento a mano, è appunto quella di far sì che l'imprinting non avvenga con i genitori naturali del pullo ma con l'uomo, cosicché il pappagallo non abbia timore delle persone e possa instaurare un rapporto con la "famiglia adottiva", che esso considererà come la sua colonia.

  • Perché l'allevamento a mano solleva un problema etico? Le varie posizioni al riguardo:
Secondo alcuni è innaturale togliere i pulli dal nido per allevarli artificialmente e "forzandoli" in questo modo al rapporto con l'uomo. Essi ritengono che spesso i pappagalli allevati a mano siano dei pessimi riproduttori e manifestino in età adulta problemi comportamentali. Secondo chi sposa questa linea di pensiero i pulli dovrebbero essere svezzati dai genitori naturali, e solo dopo sarebbe opportuno tentare di instaurarvi un rapporto, il quale secondo loro non sarebbe così difficile da ottenere nonostante il pappagallo non sia imprintato sull'uomo e sia, in pratica, selvatico;
Secondo chi è favorevole all'allevamento a mano invece, tentare un approccio con pappagalli svezzati naturalmente può essere problematico, poiché ci si trova davanti ad un animale praticamente selvatico che vede l'uomo come una minaccia e può essere stressato dalla sua vicinanza: può essere in questo modo difficile instaurare con esso un rapporto di fiducia, anche se è noto che soggetti particolarmente socievoli e predisposti possono rispondere bene al tentativo. 
Ogni pappagallo comunque è diverso dall'altro per carattere, proprio come le persone, e per quel che ho letto facendo ricerche su ricerche su internet può accadere che un allevato a mano mantenga comunque una certa distanza dall'uomo, come che uno svezzato naturalmente instauri un bel rapporto di fiducia con l'allevatore.  

  • La mia opinione e la linea del Blog
Io penso che un pappagallo che viva in una casa, al di là di qualsiasi discussione etica, si trovi palesemente in una condizione innaturale di partenza. Una condizione meno naturale di un pappagallo che non vive nel proprio habitat, non può volare dove vuole, non è sottoposto agli stimoli e ai pericoli e al suo naturale ciclo vitale, non c'è. Qui parliamo di animali nelle nostre case, nelle nostre gabbie, nelle nostre voliere, alimentati da noi, sottoposti comunque alla nostra influenza, ai nostri ritmi e alla nostra forzata e costante presenza intorno a loro. Dato questo banale presupposto che molti sembrano dimenticare, penso che non abbia più senso parlare di cosa sia più "naturale" per questi animali, e cominciare invece a parlare del modo in cui in questa strana convivenza innaturale il pappagallo possa godere del massimo benessere, della massima felicità, della massima, seppur limitata, libertà. Questo per me è lo scopo dell'allevamento a mano
Si, non è "naturale" che un pappagallo in seguito all'imprinting mi riconosca parte della sua specie, ma se grazie a questo può interagire con tutta la famiglia senza timore; giocare fuori dalla gabbia per diverse ore al giorno impegnando le sua energia in modo positivo; volare nello spazio della casa; se questo può portare ad instaurare una vera e propria routine con la famiglia fatta di riti, momenti condivisi, fino in molti casi a una comunicazione e a una comprensione reciproca davvero soprendente: allora posso affermare che l'allevamento a mano per me è decisamente la cosa migliore che si possa scegliere per il benessere del proprio pappagallo. 
Non dobbiamo dimenticare che seppure questa scelta sia considerata forzata per l'animale da chi si ritiene oppositore dell'allevamento a mano, personalmente trovo altrettanto forzato costringere un pappagallo selvatico, non imprintato (che, teniamolo bene a mente, vede l'uomo come una minaccia che si affaccia continuamente alle sbarre della sua gabbia) a subire la presenza dell'uomo con conseguente continuo stress dell'animale, nel tentativo di addomesticarlo o renderlo più socievole. Per non parlare del destino che attende molti dei pappagalli allevati "naturalmente" che finiscono in gabbie in qualche angolo di una casa con la stessa funzione ornamentale di un pesce rosso in una boccia, senza stimoli intellettuali di alcun genere.

  • Quali sono le opzioni messe in pratica da allevatori e negozi per l'allevamento dei pulli?

1) VENDERE PAPPAGALLI MOLTO GIOVANI MA GIÀ SVEZZATI DAI GENITORI NATURALI; Questi si trovano molto spesso nei negozi, e anche ad un prezzo basso, perciò chi è in linea di pensiero con chi non approva l'allevamento a mano ha ampie possibilità di scelta ;-)

2) TOGLIERE LE UOVA DAL NIDO PRIMA CHE NASCANO I PULLI; Esse vengono messe in una incubatrice e fatte schiudere per poi allevare a mano i pulli fino a 15-30 giorni quando potrebbero già essere venduti, altrimenti continuano ad essere nutriti fino quasi allo svezzamento quando vengono venduti come giovani allevati a mano. Il fatto di togliere le uova dal nido è volto a impedire ogni contatto con i genitori naturali, in linea con il pensiero che far crescere i pulli per qualche tempo nel nido per poi prelevarli, cambiar loro ambiente e alimentazione sia più traumatico che far schiudere direttamente le uova in incubatrice. Personalmente so che in alcuni negozi o allevamenti si procede in questo modo, ma non mi è capitato spesso di trovarne esempi facendo ricerche su internet.

3) VENDERE PAPPAGALLI TOLTI DAL NIDO PRIMA DELLO SVEZZAMENTO;  negozi e allevamenti spesso vendono pappagalli da allevare a mano, prelevati dal nido un numero di giorni sufficiente dopo la nascita da permettere la continuazione della somministrazione della pappa da parte di un uomo con siringhe o pipette (Nei primi giorni di vita pappagalli come calopsite, inseparabili, cocorite ecc. sono minuscoli, e può essere davvero difficile nutrirli artificialmente e molto rischioso per la loro vita prelevarli dal nido troppo presto). Alcune di queste attività permettono la vendita di soggetti ancora da svezzare, in genere dai 20 ai 35 giorni di vita del pullo, altri preferiscono affidare lo svezzamento a mano ad allevatori e vendere i soggetti allevati a mano solo in prossimità dello svezzamento, quando i pulli hanno bisogno di essere imbeccati solo 1-2 volte al giorno per limitare al minimo i pericoli per il pappagallo dovuti ad una eventuale inesperienza del compratore. 

Il mio consiglio è di fare molte ricerche prima di decidere a quale venditore/allevatore affidarsi per comprare un pappagallo. Valutate la sua competenza e le condizioni dell'allevamento o dei soggetti in vendita. Se siete alla vostra prima esperienza di allevamento e non vi sentite in grado di poter svezzare un pullo senza rischi, oppure non avete a disposizione tempo sufficiente per seguire lo svezzamento voi stessi, valutate l'opzione di comprare un allevato a mano già svezzato da un allevatore esperto. Nel caso invece siate decisi ad allevare allo stecco un pappagallo per la prima volta, documentatevi, e documentatevi molto. Leggete libri (sotto ve ne consiglierò alcuni che mi sono serviti molto), parlate con veterinari e allevatori, visitate forum e siti internet di allevamenti certificati e fate tutte le domande che vi vengono in mente. Anche io, nella mia esperienza per ora limitata all'allevamento di inseparabili e calopsite, sono a disposizione per qualunque chiarimento. 
Avere fretta è uno dei peggiori errori che possiate fare. Io mi sono documentata per sei mesi prima di sentirmi in grado di affrontare l'allevamento allo stecco del mio primo pullo. 

LIBRI DA POTER CONSULTARE :
  • Allevamento ed etologia dei pappagalli - Pierluca Costa (questo libro mi è stato utilissimo perché oltre a dare informazioni indispensabili e pratici sull'allevamento a mano cerca anche di andare oltre i bisogni pratici dell'animale e di far entrare l'uomo nella psicologia del pappagallo e delle sue esigenze emotive e psicologiche) 
  • Perché il mio pappagallo fa così? - Rosemary Low 
  • Calopsitte - Fusy Lacroix Pierre
  • Parola di Pappagallo - Craige, Betty jean
  • Educare un Pappagallo - Nadia Ghibaudo
  • Parla con Alex - Irene Pepperberg
E naturalmente l'immancabile: L'anello di Re Salomone - Konrad Lorenz (Indispensabile, per chi si vuole avvicinare all'etologia degli animali, e vuole cercare per quanto possibile di vedere il mondo con i loro occhi)

lunedì 5 gennaio 2015

N.B!Prima di prendere un pappagallo: cosa vi aspetta.

Il primo post vero e proprio lo dedico a tutte quelle cose che dovremmo assolutamente sapere e valutare seriamente prima di decidere che vogliamo davvero comprare un pappagallo e allevarlo. Può anche darsi che tirando le somme vi rendiate conto che questo tipo di impegno non fa per voi, oppure che le vostre abitudini quotidiane non siano compatibili con una vita serena per questo animale. Leggete e riflettete bene, cercando di pensare prima che al vostro desiderio di averlo, alla vita e al benessere che potete garantirgli, con un occhio anche agli anni futuri (visto che, salvo incidenti o malattie, anche i pappagalli più piccoli possono arrivare a vivere più di dieci anni). 
  • I pappagalli allevati a mano, che passano dunque del tempo al di fuori della gabbia, defecano ovunque e molto spesso, quelli di piccola taglia circa ogni dieci minuti-un quarto d'ora. prediligono posti simili a posatoi, come le spalliere delle sedie, il bordo superiore del vostro computer o del televisore a schermo piatto, le maniglie, le lampade, la cima delle porte (ma non è raro che ve la facciano sui vestiti).
    Potete correr loro dietro con cencio e spruzzino disinfettante, ma ve ne sfuggiranno sempre una, due, dieci. Dovrete pulire ogni giorno o sarà davvero imbarazzante ricevere ospiti. C'è comunque da dire che molti come soluzione propongono di togliere la mangiatoia dalla gabbia un'oretta prima di far uscire il pappagallo, il che ridurrebbe al minimo il problema; vi dico che personalmente non sono mai riuscita a programmare l'uscita del pappagallo un'ora prima, io gli ho sempre aperto appena avevo tempo tra i miei impegni ma magari qualcuno più metodico di me potrebbe farlo tranquillamente. Anche in questo caso però sappiate che il pappagallo dopo un'ora che non mangia andrà a cercare i barattoli dove tenete i semi, o vi bucherà il sacchetto del pane >.> In ogni caso non illudetevi e rassegnatevi: non c'è scampo dalle cacchine!
  • I pappagalli hanno fisiologicamente un comportamento "distruttivo", il che significa che esplorano il mondo intorno a loro con il becco e sentono il bisogno di sminuzzare e fare a pezzi la maggior parte delle cose friabili (e non) che trovano sul loro cammino. Forano fogli di carta, banconote, libri (il mio agapornis con un solo morso ha forato quindici pagine di un mio libro universitario), riviste, lapis, fotografie, scatole, a volte rosicchiano i mobili (sempre lo stesso soggettino di prima aveva cominciato i lavori di demolizione del tetto dell'orologio a cucù appeso in salotto, e da quando ce ne siamo accorti quell'orologio è ricoperto da un cappello di Babbo Natale). Spesso i pappagalli vengono sgridati per questo, perché è un comportamento interpretato come uno spregio o un dispetto da noi esseri umani, ma siamo noi ad essere nel torto. Questa del rosicchiare e distruggere col becco è una caratteristica tipica dei pappagalli e che, se ne vogliamo tenere uno con noi, va capita e controllata ma mai repressa. Quindi è importante la sorveglianza costante quando il pappagallo è fuori dalla gabbia, (bisogna stare attenti a non lasciare in giro documenti importanti o libri),e gli si possono fornire vecchie riviste o scatole di cartone (che in genere adorano) per tenerlo occupato in un'attività gratificante per lui e non "distruttiva"per noi.
  • Il pappagallo non è un cane. Non obbedisce ad un padrone e non basta fargli un paio di coccole e dargli un biscotto per farselo amico. All'interno della famiglia che è abituato a frequentare si affeziona molto ad una o poche persone, mentre con le altre si comporterà con "interesse sporadico/indifferenza" fino all'antipatia più totale. E non si può sapere chi gli starà simpatico e chi no, anche se si può
    decisamente migliorare un rapporto cominciato male, con tanto tempo e impegno. Nella mia famiglia ad esempio, il Poly era affezionato a me e a mia madre, e odiava una delle mie sorelle (E.) e il mio ragazzo. Con il tempo e la pazienza ha instaurato però un rapporto anche con mio padre e con l'altra sorella (A.), con cui spesso giocava e talvolta si faceva fare persino le coccole. [L'odio tra lui e il mio ragazzo ed (E.) invece è rimasto reciproco e immutato >_>]. Riprenderò e approfondirò questo tema nei post in cui affronterò l'argomento del comportamento e dell'etologia dei pappagalli. Ho voluto intanto accennare a questa particolarità dell'atteggiamento dei pappagalli per rendervi consapevoli del fatto che l'affetto e il rispetto di un pappagallo si guadagnano davvero con il sudore, soprattutto se non si parte nel migliore dei modi, inoltre può anche capitare che un pappagallo allevato a mano da un componente della famiglia si leghi affettivamente dopo lo svezzamento ad un altro membro della stessa, e questa è una cosa non tanto simpatica per chi si è preso cura di lui fin da piccolo (anche questo argomento lo riprenderò parlando del comportamento dei pappagalli e del fenomeno dell'imprinting). 
  • I pappagalli non sono animali per bimbi! Hanno paura dei movimenti veloci, bruschi e imprevedibili tipici dei bambini piccoli, e soprattutto dell'agitare le mani nelle loro vicinanze. Anche qui ho l'esempio vissuto in prima persona. Una volta mio cugino di cinque anni si è messo all'improvviso a urlare e sbattere le mani sulla gabbia del Poly (prima che io facessi in tempo a trascinarlo via). Da quel
    momento, anche a distanza di mesi lo riconosceva, e se era libero volava in cima al mobile di cucina sfrecciando terrorizzato tra la credenza e le tende finché il bambino non spariva dalla sua vista e dal suo udito. Non solo! Dopo quell'episodio ha elaborato una associazione mentale tra quel mio particolare cugino e gli altri bambini, cosa che ho notato dalla paura che dimostrò in seguito verso ragazzini che non aveva mai visto. Quindi i bambini piccoli causano un grande stress ai pappagalli, se non siete già esperti e avete un figlio in età da elementari o più piccolo ancora (e specialmente se è maschio e agitato) un pappagallino non fa per voi! 
  • I pappagalli sono rumorosi. Questo avvertimento è diretto soprattutto a chi intende comprarne una coppia o più; certamente scegliendo una specie di ridotte dimensioni il suono del loro ciangottìo è meno potente, e soggetti singoli fanno molta meno confusione che soggetti tenuti in coppia o in gruppo. Bisogna considerare se la propria casa è adatta ad accogliere uno o più animaletti vivaci, e soprattutto considerare anche la stanza in cui alloggiare i pappagalli per non scatenare una guerra all'ultimo sangue con i vicini...! In ogni caso non è pensabile, come fanno molti negozianti e proprietari di pappagalli, di gettare un telo scuro sulla gabbia per far dormire l'uccello di giorno quando non si vuole sentire rumore. é una pratica barbara che se protratta porta a problemi comportamentali e psicologici per il malcapitato: quindi di nuovo, se
    non potete alloggiare il pappagallo in un ambiente adatto dove possa esprimersi liberamente, non lo comprate. Non è l'animale che fa per voi! La buona notizia è che i pappagalli vanno a dormire appena nella stanza si fa buio (o appena voi la sera spengete le luci) e basterà tenere gli scuretti o la saracinesca chiusi al mattino finchè non vi alzate, e lui si sveglierà quando farete entrare la luce, senza emettere alcun rumore notturno. Vi consiglio comunque di andare in un negozio e rendervi conto di persona del verso che emette la specie che vi interessa, per valutare da soli se "l'ampiezza di decibel" può andar bene per casa vostra.
  • Un pappagallo allevato a mano non si può lasciare a casa quando si va in vacanza! Non è assolutamente sufficiente partire lasciando una persona di fiducia ad occuparsi di aggiungere cibo e acqua e pulire la gabbia una volta al giorno, perché il vostro animale ne soffrirebbe moltissimo e potrebbe smettere di mangiare o cominciare ad autodeplumarsi. Non è nemmeno consigliabile portarlo nella casa di persone fidate che se ne prendano cura in vostra assenza, poiché il pappagallo non riconoscerebbe l'ambiente e quelle persone e si sentirebbe comunque abbandonato. Sarebbe possibile partire senza di lui con più tranquillità solo se fosse possibile affidarlo a qualcuno che il pappagallo conosce e che ha visto spesso. La cosa migliore rimane comunque portarselo dietro in vacanza. Per il viaggio in commercio ci sono ottimi trasportini, oppure con il fai-da-te va bene anche una piccola gabbia, adeguatamente coperta con un cartone in modo da tranquillizzare il pappagallo e limitare le folate di vento e gli sbalzi di temperatura. Bisogna stare particolarmente attenti a questi ultimi,

    Poly in vacanza con noi, sul traghetto
    per l'Isola d'Elba.
    specialmente d'estate quando si passa dall'esterno caldo e afoso ad ambienti raffreddati dall'aria condizionata: è quindi importante coprire adeguatamente la gabbia, e per ogni evenienza informarsi su veterinari nella zona dove si intende passare le vacanze; se si viaggia in macchina occorre stare attenti a non abbassare troppo la temperatura con il climatizzatore, lo stesso vale in albergo. Se si viaggia in nave per tratte ragionevolmente brevi sarebbe meglio rimanere in un posto ombreggiato sul ponte, senza sostare nell'ambiente interno del traghetto spesso esageratamente raffreddato. Anche in treno spesso la temperatura viene abbassata eccessivamente, quindi cercate di coprire bene la gabbia. Le stesse considerazioni vanno fatte per il caldo: non lasciate mai la gabbia sotto il sole diretto d'estate e non esponete il vostro pappagallo a temperature eccessive. 

Ho tenuto per ultime le due considerazioni che secondo me sono più problematiche, un po' perché vengono sottovalutate, un po' perché non ci si rende conto di come condizioneranno la nostra vita e quella del pappagallo una volta che ci troveremo a convivere con esse.
  • Un pappagallo allevato a mano (da solo) ha bisogno di MOLTO TEMPO e ATTENZIONI. Questo non significa piazzare la gabbia in una stanza frequentata, ogni tanto dargli un semino e farlo uscire dieci minuti quando si torna da lavoro: questo è il metodo più efficace per mandare il pappagallo in depressione con probabili problemi seri come l'autodeplumazione, cioè un disturbo psicologico per cui il soggetto si strappa da solo tutte le penne o una parte. Quello che si deve capire è che il pappagallo è un animale sociale, in natura vive in colonie di molti individui e la solitudine è la cosa peggiore a cui può essere condannato: per un pappagallo allevato a mano siete voi e la vostra famiglia la "colonia", ed ha bisogno che voi lo coinvolgiate attivamente nella vita quotidiana. C'è anche chi sostiene per esempio che un inseparabile debba essere preso in coppia anche se allevato a mano altrimenti soffrirà comunque di solitudine; io posso parlare per la mia esperienza, ne avevo uno solo ed era sempre vivace e allegro, qualche volta agitato, ma non ha mai sofferto di solitudine. tenete conto però che: la mattina si svegliava con me e facevamo colazione insieme, all'ora di pranzo quando tornavo gli aprivo almeno un'oretta, il pomeriggio mentre studiavo spesso gli apriva la mamma e stava con lei, con mia sorella e con il babbo a giro per casa, oppure gli aprivo io e lo facevo giocare, la sera dopo cena spesso lo tenevo con me mentre guardavo la televisione e poi lo mettevo a letto (nella gabbia tranquilli!). Insomma tra una cosa e un'altra aveva almeno tre ore di libertà da passare con noi. Inoltre i giorni che non potevo tornare a casa c'erano comunque i miei familiari a fargli compagnia e a farlo uscire di tanto in tanto, e questo era molto importante. Il riassunto di tutto questo è che dovete valutare attentamente il tempo che potreste dedicargli, se compraste davvero un pappagallo allevato a mano, e anche eventualmente la presenza e la disponibilità di familiari che vivono sotto il vostro stesso tetto di prendersene cura quando voi non ci siete. Riflettete bene su questo perché è forse la cosa più importante per la salute del pappagallo. Non è pensabile lasciare un pappagallo allevato a mano in una stanza vuota dalla mattina alla sera dedicandogli giusto quella mezz'oretta che avete tra il ritorno dal lavoro e la cena. Il pappagallo dovrebbe essere alloggiato in una stanza tranquilla ma frequentata dai componenti della famiglia, come un salotto, e gli dovrebbe essere permesso di uscire almeno due- tre volte al giorno per minimo una mezz'ora. Questo per darvi un'idea dell'impegno di cui state per farvi carico. Se ritenete di non poter soddisfare questi requisiti il pappagallo allevato a mano singolarmente non fa per voi. Potreste però optare per allevare a mano una coppia, che soffre molto meno la solitudine quando non ci siete. Tenete però conto del fatto che meno sarete presenti e più sarà probabile che i due pappagalli tendano a inselvatichirsi perdendo quel rapporto che avevate instaurato con loro prima e durante lo svezzamento. Potreste alternativamente acquistare una coppia non allevata a mano, oppure un altro tipo di animale che non soffra la solitudine. 
  • I pappagalli volano. ...Ovvio no? Invece no. Quasi nessuno quando compra un pullo, compresa me quando presi il mio inseparabile, pensa che quando arriverà il momento dell'involo, e il pappagallo comincerà (velocemente) a imparare a volare sempre meglio, si troverà di fronte un bivio maledetto, le cui opzioni sono entrambe decisamente infelici. 
  • (1)La prima opzione è quella di spuntare al pappagallo le remiganti, ovvero quelle lunghe penne in fondo alle ali che gli permettono di volare. Molti la scelgono ritenendo (oltre alla comodità personale di non dover controllare porte e finestre) che sia una pratica che preserva il pappagallo dai pericoli delle fughe e del mondo esterno. Questo non è esatto, in quanto un pappagallo con le remiganti spuntate può comunque effettuare dei voletti (che potrebbero essere pericolosi se per esempio si abita al terzo piano di un palazzo), inoltre tende a camminare per terra, e ho letto che una delle cause di morte più frequenti di pappagalli allevati a mano senza remiganti è proprio il fatto che vengono per sbaglio schiacciati con i piedi dai padroni (che tristezza!). Inoltre bisogna anche considerare i pericoli legati ad eventuali altri animali come cani e gatti che saprebbero bene approfittare di un pappagallo che non può volare. Io non esprimo un'opinione contraria su questa scelta anche se non la condivido, purché venga presa con cognizione e consapevolezza dei rischi che comporta per il pappagallo. Se decidete per questa opzione e siete dei principianti non vi fidate troppo dei video su youtube che vi spiegano come spuntare le remiganti in fai-da-te: portate sempre il vostro animale da un bravo veterinario, magari specializzato in uccelli esotici. Ricordate che la base delle piume e delle penne (e anche quelle delle unghie) dei pappagalli sono vascolarizzate, e un taglio maldestro può causare un'emorragia. Inoltre se il taglio delle remiganti fosse errato e non simmetrico nelle due ali potrebbe portare problemi sia fisici che psicologici, per questo non si deve improvvisare e bisogna affidarsi invece ad esperti.
  • (2) La seconda opzione, quella che io e la mia famiglia (loro malgrado) abbiamo adottato, è quella di fare un costante (stressante) controllo di porte e finestre ogni volta che veniva permesso al pappagallo di uscire dalla gabbia. In una famiglia come la mia di cinque persone con relativi fidanzati eccetera è difficile controllare chi entra, chi esce, chi fa la doccia e apre la finestra del bagno, chi mette le coperte all'aria sulla finestra di camera, chi esce sul terrazzo a stendere i panni o chi semplicemente d'estate ha caldo e spalanca la finestra per far entrare un po' d'aria. Ogni volta dovevo gridare:"Apro al Polyyyy!!!!", sperare che tutti avessero sentito, fare un controllino veloce e poi aprire lo sportello della gabbia. Ma poi anche mentre il pappagallo svolazzava per casa intorno a me stavo sempre all'erta perché qualcuno soprappensiero avrebbe sempre potuto aprire il lucernario o uscire sul terrazzo...insomma, non è che si possa pretendere che tutti vivano in funzione del fatto che il tuo pappagallo sia o no dentro la gabbia e che quindi si possano aprire o no le finestre... questo è molto stressante sia per chi vive nella paura che il pappagallo scappi, sia per gli altri che vorrebbero vivere tranquillamente e invece si trovano chiusi in una campana di vetro con il divieto di aprire una finestra o la porta di casa quando a lor pare e piace. Anche questa è una seccatura bella grossa da mettere in conto quando si decide di comprare un pappagallo e non tagliargli le penne remiganti. Io però non ho voluto tagliargliele, la mia opinione è che un pappagallo debba poter volare, perché fa parte della sua natura, perché gli piace e lo diverte, perché lo aiuta a sfogare le energie accumulate nel corso della giornata, perché gli permette di allontanarsi velocemente da una fonte di pericolo o da qualcosa che lo spaventa (come il mio cuginetto!^^): il poter volare via per un pappagallo è la massima capacità di difesa, e se privato del volo potrebbe tendere a diventare più aggressivo, usando l'altra unica arma che ha: il becco. è ovvio che il controllo delle porte e delle finestre non è infallibile, e infatti il Poly ha avuto ben due occasioni di fuga in cui si è dato alla pazza gioia per poi tornare da solo con un'aria spavalda come fosse un adolescente scappato in discoteca... >.> Questo però non è quello che avviene nella maggioranza dei casi. Spesso infatti i pappagalli che scappano si allontanano troppo e si perdono, non rispondono ai richiami, vengono dominati da pulsioni innate causate dal trovarsi nell'ambiente esterno, oppure non sono in grado di riconoscere la casa, vista da un'angolazione del tutto diversa dal solito e molto simile a tutte le altre case: questo è bene che lo sappiate. [Dell'argomento "fughe" comunque parlerò in un altro post.] L'ideale sarebbe naturalmente avere una stanza da dedicare al pappagallo e alle sue uscite, ma non tutti hanno questa possibilità. Come avete visto quindi anche questa scelta comporta dei discreti rischi.
 A legger tutte queste incombenze di fila così prende un po' lo sconforto, lo so, ma è solo perché abbiamo parlato molto di lati negativi e ancora non ci siamo focalizzati su che animali magnifici e intelligenti siano i pappagalli e di quanto valga la pena sopportare qualche scomodità per avere la loro compagnia. 
Vi ho elencato le difficoltà e le eventualità più frequenti a cui dobbiamo essere preparati quando prendiamo l'importante decisione di allevare a mano uno (o più) pappagalli, e se ancora non avete dubbi sul fatto che volete allevare un pappagallo e non vi siete scoraggiati troppo, nessuno adesso può dirvi che non sapete a cosa andate incontro. :-)
Alla prossima!

domenica 4 gennaio 2015

Presentazioni e scopo del blog!

Salve a tutti!
Spero che questo blog sia utile a chi si appresta ad allevare un pappagallo di piccola taglia per la prima volta. Mi raccomando però di capire che non basta leggere queste pagine per diventare degli esperti. Bisogna leggere molti libri scritti da autori competenti e soprattutto maturare esperienza sul campo per arrivare a capire sempre di più le esigenze di questi animali. Però, come ho pensato molte volte quando mi sconsigliavano di allevare un pappagallo perché "ci vuole esperienza"...da qualche parte bisognerà pur cominciare! 

  •  LA MIA PRESENTAZIONE E LA STORIA CHE MI HA PORTATO QUI:
Sono una allevatrice amatoriale, e avrete capito che stiamo parlando di pappagalli di piccola taglia. 
In realtà non posso propriamente definirmi un'allevatrice, perché ho avuto fin'ora l'opportunità di allevare a mano un solo pappagallo, un agapornis roseicollis faccia arancio (un inseparabile, per chi conoscesse solo il suo nome comune). Nonostante la mia esperienza sia "quantitativamente" limitata, ho dedicato molto tempo ed energie al mio pappagallo, crescendolo fin dai suoi venti giorni di vita e adesso voglio condividere con altri il bagaglio di conoscenze che ho acquisito in questo percorso. La mia passione per i volatili è nata quando, da piccola, trovai casualmente in un piccolo passerotto caduto dal nido e con l'aiuto dei miei genitori riuscimmo a nutrirlo e svezzarlo. Ricordo che fui stupita dall'intelligenza che quel piccolo uccellino dimostrava, e da quel momento ho sempre avuto il desiderio di avere nuovamente a che fare con i volatili. Tre anni fa, finite le scuole superiori, mi documentai sui pappagalli, in particolare sugli agapornis, e sui vantaggi e gli svantaggi dell'allevamento a mano. Decisi infine di acquistare un pullo non ancora svezzato di agapornis roseicollis, e da quel momento ci sono stati moltissimi cambiamenti nella mia routine e in quella della mia famiglia: non mi sarei mai immaginata che il rapporto che si è instaurato sarebbe stato così forte, e che quel piccolo animaletto un po' pestifero avrebbe così tanto riempito le mie giornate, dal fare colazione con me al volarmi incontro al mio ritorno a casa. Mi sono preoccupata fin dall'inizio che avesse le migliori cure, una gabbia bella grossa, la giusta alimentazione, la possibilità di passare molte ore con me e con la mia famiglia al di fuori della gabbia, stimolandolo con giochi e lasciandolo libero di volare per alcune stanze. La cosa
che mi emozionava di più era accorgermi di come mentre passava il tempo il nostro feeling si rinforzasse, e io riuscissi a capire i suoi stati d'animo, le sue "richieste" e i suoi bisogni. Ci sono state anche un paio di occasioni di disattenzione in cui è fuggito da una finestra aperta, ma nonostante lo spavento di tutti lui è rimasto nei dintorni della casa, e alla fine è tornato da solo entrambe le volte, conferma che stava bene con noi, nonostante certe limitazioni della libertà imposte dalla vita in casa. Purtroppo il mio piccolo è venuto a mancare all'improvviso una notte poco prima di questo Natale,  senza dare alcun segno premonitore. Il veterinario ci ha detto che aveva un'anomalia congenita al cuore, dalla nascita. Inutile stare a raccontarvi lo shock, dato il legame che si era instaurato tra me e lui. Avrebbe dovuto vivere perlomeno dieci anni. Ha lasciato un tale vuoto in casa, che la mia famiglia stessa (che si era sempre lamentata delle restrizioni che la gestione di un pappagallo impone) voleva andare al negozio più vicino e comprarne subito un altro, ma io non ho voluto. Ho bisogno di tempo per elaborare quello che per me è stato un vero e proprio lutto. Ma ogni volta che passo davanti ad un negozio di animali e vedo i pappagalli chiusi in delle gabbie così piccole che non possono nemmeno aprire le ali mi sale lo sgomento, e poi credo di non poter più fare a meno di questi animali, quindi probabilmente in primavera prenderò un altro pappagallo, un calopsite. Il limite impostomi dalla famiglia, finché non avrò una casa mia, è di un solo esemplare, e quindi cercherò di fare del mio meglio per quello che prenderò. Purtroppo anche se ce lo dimentichiamo troppo spesso prima o poi gli animali muoiono e l'unica cosa che possiamo fare per i nostri piccoli amici è regalargli una vita felice. Per non rendere vano tutto quello che ho imparato dal mio pappagallo, vorrei pertanto condividere con voi la mia esperienza sperando che più persone si accorgano della straordinarietà di questi animali, di quanto siano intelligenti e di quanto affetto possano regalarci.
  • LO SCOPO DI QUESTO BLOG QUINDI È:
Aiutare con l'esperienza che ho maturato (per quanto limitata) altre persone alle prime armi come lo ero io tre anni fa:
1) A capire a cosa si va incontro quando si decide di accogliere in casa un pappagallo allevato a mano: anche se di taglia piccola, l'impegno non cambia!

2) A Capire il comportamento e l'etologia di un pappagallo (nei limiti delle mie conoscenze e delle letture che ho fatto) e i segnali con cui cerca di comunicarci i suoi stati d'animo, cosa molto importante dato che la maggior parte delle persone è abituata a rapportarsi con animali domestici come cani e gatti e non è preparata a capire né l'intelligenza né il carattere del pappagallo, che in questo modo può diventare frustrato e di difficile gestione nell'ambiente casalingo.

3) A Capire in cosa consista l'allevamento a mano (o allo stecco), esaminare le questioni etiche che esistono al riguardo e le discordanze che si trovano sui libri, sui siti e sui forum dedicati sul modo di praticarlo. Queste differenti informazioni confondono le idee e vorrei cercare di farne un quadro abbastanza organizzato in modo che ognuno possa maturare la propria opinione e agire come crede che sia meglio per l'animale, nel limite delle proprie possibilità, e senza giudicare le scelte che altri hanno ritenuto più giuste.

4) Vorrei soprattutto aiutare chi come me ha deciso di adottare un pullo prima dello svezzamento per allevarlo a mano: fornendogli le informazioni sugli strumenti, le pappe, i metodi da usare,
gli errori da evitare; informazioni che quando è toccato a me ho accumulato con fatica visitando
molti forum e leggendo libri, nonché assillando telefonicamente il veterinario e l'allevatrice da cui avevo acquistato il pullo. Il problema infatti sta tutto nel fatto che gli allevatori e gli assidui frequentatori dei forum dedicati ai pappagalli sono ormai così esperti che danno per scontate tutte quelle piccole cose pratiche che mandano nel panico chi non ha mai imbeccato un pullo implume che ti chiama, e nei libri la parte dell'allevamento è spesso trattata con superficialità e ben pochi particolari. Cercherò di fornire pronte risposte a domande come: Dove alloggerò il pullo? Come riscalderò il nido? Cosa gli darò da mangiare, come e quanto, e quanto spesso?Che strumenti devo usare? Come devo cambiare la sua alimentazione durante lo svezzamento? Cosa devo dargli da mangiare dopo lo svezzamento? Che tipo di gabbia devo comprare? Eccetera...
Tutta questa parte la illustrerò passo passo con fotografie e spiegazioni quando prenderò un pullo di calopsite in primavera, e farò riferimenti alla prima esperienza di imbecco con il piccolo agapornis. 

5) Non mi occupo di problemi tra individui che non vanno d'accordo, questioni e problemi relativi alla cova, e di incroci e mutazioni. Chiarisco subito che non ho competenza in merito.


Ci tengo a precisare che non ritengo assolutamente di conoscere tutto sui pappagalli, non sono né una veterinaria né un'etologa, voglio solo condividere quello che ho imparato pur con tutti i miei limiti con chi non sa bene da che parte cominciare per allevare un pappagallo e ha bisogno di consigli pratici.
I pappagalli sono compagni di vita formidabili, certamente un po' dispettosi e decisamente più impegnativi di un gatto da tenere, ma il loro rispetto e il loro affetto bisogna guadagnarselo, ed è una conquista bellissima se si riesce a comunicare con loro nel modo giusto. 
Dopo questa lunghissima presentazione passo e chiudo, sperando di essere stata esauriente! :-)

[P.S. La mia esperienza può esservi d'aiuto solo per l'allevamento di pappagalli di piccole dimensioni, come agapornis, cocorite, calopsite, il cui allevamento a mano e svezzamento è abbastanza simile. Per pappagalli di taglia medio-grande il periodo neonatale/svezzamento è più lungo, l' alimentazione è un po' diversa e inoltre il loro comportamento è ancora più complesso, perciò è essenziale acquistare questi soggetti da buoni allevatori che possano seguirvi passo-passo e chiarirvi ogni dubbio. Non acquistate pappagalli con superficialità, e in special modo quelli di grossa taglia!]

Per qualsiasi chiarimento, consiglio o se ritenete che ci sia qualcosa da aggiungere o da correggere nei miei post sono a disposizione, contattatemi via e-mail o sulla pagina facebook e se volete lasciare dei commenti vi invito alla moderazione; troppe volte quando da inesperta mi son trovata a chiedere informazioni su vari forum di pappagalli, invece che luoghi di discussione costruttiva e aiuto reciproco ho trovato i membri a insultarsi e denigrarsi tra di loro in nome di quello che secondo loro fosse o non fosse giusto e quali pratiche fossero o non fossero adeguate rispetto all'allevamento. A me non piace questo atteggiamento aggressivo di molte persone che si permettono tali comportamenti solo perché nascosti dietro ad uno schermo. La cosa più importante per me è che questo sia un luogo dove ogni post e ogni commento sia volto ad aiutarsi a vicenda e a migliorare la vita dei pappagalli che vivono le nostre case. Avverto perciò in anticipo che non saranno tollerate polemiche, litigi e toni sarcastici e aggressivi, o i commenti interessati saranno cancellati senza ulteriori spiegazioni. 
Rimango disponibile via e-mail per qualsiasi cosa e sulla pagina facebook. Grazie!